Sconforto. E' proprio questo che provo durante questi tempi di crisi dilagante,
empietà imperante e guerre imminenti. Questo mio stato emotivo
si è inevitabilmente ed inesorabilmente aggravato dal 17 gennaio
2003, giorno dedicato dalla CEI al dialogo ebraico- cristiano (leggasi:
giudaizzazione dei cristiani). In questa giornata (che non a caso precede
di 10 giorni esatti la Giornata della Memoria del c.d. "olocausto")
alcuni vescovi, cardinali e monsignori, sudditanti verso il Gran Sinedrio,
ripetono incessantemente, a mò di mantra, i "mea culpa"
della Chiesa, colpevole (a loro dire) di un millenario "insegnamento
del disprezzo" contro la moderna sinagoga talmudica e farisaica che,
a dire il vero, è condannata già nel Vangelo da quell' "antisemita"
di Gesù Cristo!!! I rabbini, dal canto loro, tuonano sermoni infuocati
(molte volte direttamente dai pulpiti delle nostre chiese) affinchè
si continui nella lunga strada di estirpamento dalla nostra religione
di qualsiasi cosa possa "scandalizzare" i nostri "fratelli
maggiori". Il fine di questo dialogo, a cui tendono i rabbini, lo
ha espresso il loro capo Riccardo di Segni il 17.1.2002 presso il Seminario
Maggiore a Roma, S. Giovanni in Laterano, in un discorso molto illuminante
sul vero scopo del dialogo dove asserisce, tra l' altro che: "I cristiani
dovrebbero arrivare ad ammettere che gli ebrei, in virtù della
loro elezione originaria e irrevocabile, e del possesso e dell'osservanza
della Torà, possiedono una loro via autonoma, piena e speciale
verso la salvezza che non ha bisogno di Gesù." (potete leggerlo
per intero qui http://www.nostreradici.it/giornata02_Di-Segni.htm).
Non bisogna essere teologi per capire che accettare una proposta del genere
significa buttare all' aria tutto il cristianesimo: dice infatti S. Paolo
(in un versetto preso tra tanti) "Poichè se diventassero eredi
coloro che provengono dalla legge, sarebbe resa vana la fede e nulla la
promessa" [Rm:4,14]. Saluti, |
Un rimedio a tutti gli ORRORI dell'attuale conduzione della Chiesa Cattolica esiste; lo troverete fra questi buoni sacerdoti: I sacerdoti in questione non si sono prostituiti al vitello d'oro, e possono dirsi veramente FEDELI, in ogni senso! Solo chi rifiuta le nefandezze e le eresie dell'attuale "pastorale" può sperare di restare veramente cattolico. In ogni caso, la Battaglia, per essere vinta, necessita degli sforzi di tutti. A me non piacciono solo i martiri. A me piacciono le vittorie. E' vero, la Battaglia è già vinta, ma è giusto spronare alla lotta. Bisogna denunciare l'errore senza più indugiare e senza riverenze che, a questo punto, sarebbero davvero idiote. Prima viene Dio, e poi, POI, la Gerarchia; e se questa si macchia di scandalo, di eresia, e di apostasia, smette di essere tale. SART |
Caro Sart, Non sono d' accordo con quello che hai scritto, o almeno, solo in parte In primo luogo la Gerarchia (che etimologicamente vuole dire "ordine sacro") e il suo vertice (il Papa) non sono aspetti "secondari" per un cattolico, anzi, sono la regola prossima della nostra fede!!! La Gerarchia (o per meglio dire: la Chiesa docente) è santa e non potrebbe che esserlo, essendo di istituzione divina! Certo, al suo interno può esserci qualche "figlio degenere" (espressione cara a Karol Wojtila!) ma comunque la Chiesa rimane santa nella sua essenza e guidata dallo Spirito Santo (sostenere il contrario è donatismo), tanto è vero che nessun Papa nella storia (anche se moralmente indegno) è mai caduto nell' errore dottrinare! Ed ecco che sorge il vero problema: non tanto se Giovanni Paolo II sia un buon Papa, ma se sia il Papa! E' vero che per un cattolico dubitare della liceità del Papa è temerario, ma in questo caso c'è una buona ragione per farlo: l' incongruenza in alcuni punti essenziali (ecumenismo, libertà religiosa, rapporti con le religioni non-cristiane...) tra l' insegnamento passato e quello moderno. E' dunque eretico Giovanni Paolo II? Questo è un punto molto delicato. Secondo la sana filosofia hanno valore solo gli atti fatti volontariamente e con coscenza, quindi è eretico (e quindi non più cattolico) solo colui che si ostina volontariamente e con coscenza nell' errore! Ma se è eretico in "buona fede" e senza saperlo (ovvero i milioni di cattolici ingannati dalle eresie postconciliari), non smette di essere cattolico (facendo parte legalmente della comunità ecclesiale in virtù del battesimo) anche se rimane nell' errore! Ed eccoci arrivati al punto cruciale della questione: Se Giovanni Paolo II è eretico con pienezza di coscenza e volontà allora non è più cattolico è quindi non è nemmeno il Papa, avendo tacitamente rifiutato l' incarico d' avanti a Dio e agli uomini (e logicamente non và obbedito ma combattuto). Se però è in buona fede, allora rimane cattolico e successore di Pietro anche se solo secondo l' aspetto giuridico ma non sotto l' aspetto dell' autorità (a meno che non si ravveda) è quindi non credo che comunque abbia l' infallibilità (giacchè è comunque nell' errore). Purtroppo quale distinzione sia vera lo sanno solo il buon Dio e Giovanni Paolo II che non ha mai lasciato visibilmente la Chiesa Cattolica. Personalmente accetto la seconda delle due ipotesi, essendo la più conveniente. Quindi rispetto Karol Wojtyla in quanto è Papa GIURIDICAMENTE, ma non rispetto quello che propina in quanto non gode dell' infallibilità, non avendo l' AUTORITA' di un vero successore di Pietro. In secondo luogo, è vero che bisogna lottare, giacchè la Sacra Scrittura lo comanda in più punti, ma non basta. Bisogna anche sapere contro chi si lotta. Molti credono che lo scontro si riduca a categorie come "ebrei/cristiani", "Occidente/Islam", "ricchi/poveri", ma personalmente non credo sia così. Secondo me lo scontro si riduce a due visioni del mondo antitetiche. Già Sant' Agostino, nel De civitate Dei, parla di questo scontro usando la famosa immagine delle due Città: "Fecerunt itaque civitates duas amores duo: terrenam scilicet amor sui usque ad contemptum Dei, coelestem vero amor Dei usque ad contemptum sui." [De civ. Dei:14, 28] [Due amori fecero due città: la città terrena l’amore di sé fino al disprezzo di Dio, la città celeste l’amore di Dio fino al disprezzo di sé.] Quindi da una parte abbiamo una visione tutta carnale e terrestre contrapposta a una spirituale e celeste. La seconda è facilmente riconducibile alla visione "naturaliter christiana" che si esprime in via naturale dalla filosofia aristotelica-tomista e in via soprannaturale dalla Sacra Scrittura (Bibbia) e dalla Tradizione (Magistero) la cui unica deposidataria scelta da Dio è la Chiesa Cattolica. La prima invece è una visione gnostica e panteista che ciclicamente si esprime attraverso forme sempre diverse (culti misterici, gnosi, cabbala, manicheismo, eresia catara, massoneria, New Age...) che tende a presentarsi come migliore della Rivelazione divina, una sorta di "super-tradizione" occulta, elitaria ed iniziatica, anche se sfocia nella superstizione, nell' errore, nell' abberazioni morali... insomma una vera e propria perversione che rivela la "coda" del suo fautore. Di fronte a questo scontro come deve porsi il cattolico che vuol conservarsi tale? Contrariamente alla apperanze la risposta è difficile. Ovviamente, deve stare dalla parte della Città di Dio, ma in che modo? Personalmente respingo chi parla di "Regni di Dio in terra" e di "Teocrazie". In primo luogo perchè non può esistere in questo mondo (Bibbia e Magistero lo dicono chiaremente) una società auteticamente buona e "Cristiana al 100%" ma il grano convive col zizzania fino alla fine del mondo [Mt:13,40]. Secondariamente l' individuo ha il primato sulla società quindi è da lui che bisogna cominciare, ovvero credo che per prima cosa bisogna instaurare la Città di Dio in se stessi e al resto penserà Dio! Certo, qualcuno può imputarmi un certo occasionalismo (di matrice islamica ed ebraica, tra l' altro) che nega qualsiasi causa efficiente alle creature, ma sfido a non considerare qualcosa di eroico il preservare la fede in questa società satanizzata ed anticristiana. Non bisogna abbattersi di fronte alle (APPARENTI) vittorie del Nemico, ma preservare nelle fede comportandosi da vero "homo viator, sed non in patria". "Il Dio della pace stritolerà ben presto satana sotto i vostr
piedi. Saluti, |
Ciao Antonio, Ti vorrei invitare a una riflessione, pensa: e se satana volesse buttarti nello sconforto? Il tuo punto debole e' quello e satana lo sa, se potesse ci distruggerebbe in un istante, tanto ci odia. Animo dunque, lui non puo' niente contro te se non sei tu ad aprirgli la porta. Buona giornata da Salvo. |